Per approfondire la conoscenza dello strumento delle Costellazioni Familiari e Sistemiche e cercare di comprendere meglio come agiscono, non possiamo non porci la domanda: come è possibile per chi conduce una Costellazione o per i rappresentanti che agiscono nella Costellazione stessa, accedere a informazioni che non sono state condivise dal cliente e che rappresentano parte del suo bagaglio inconscio?
Per poter comprendere meglio ciò che accade durante una Costellazione, ci giungono a supporto le teorie che riguardano il concetto di Campo Morfogenetico e di Coscienza Collettiva.
“Ad un tratto, i rappresentanti percepiscono come le persone che essi rappresentano, senza conoscerle e senza che su queste persone sia stato detto qualcosa, a volte, parlano con la loro voce e hanno gli stessi sintomi. Per esempio, iniziano a tremare o non sentono e non vedono più bene. Questo fenomeno non è spiegabile ricorrendo a concetti tradizionali. Il risultato delle molte ricerche, condotte fino a questo momento, dimostra che i rappresentanti entrano in un altro campo, un campo spirituale che Rupert Sheldrake ha chiamato campo morfogenetico. In questo campo sono immagazzinati, in una memoria collettiva, i sentimenti che un gruppo, collegato a quello attuale, aveva allora. Aggiungerei, inoltre, che questo gruppo ha una coscienza collettiva che impone loro ciò che dovrebbero fare o lasciare per potersi assicurare e guadagnare l’appartenenza a questo campo spirituale e alla loro famiglia. Tutto ciò si riesce ad osservarlo, senza che possa essere completamente spiegato.” Bert Hellinger
Le Costellazioni Familiari hanno la loro ragion d’essere e il loro fondamento proprio sulla teoria dei Campi Morfogenetici e si realizzano grazie alla possibilità che abbiamo di collegarci e di attingere a questi “campi di ricordi”. Il Campo Morfico è, infatti, collegato al nostro inconscio individuale, come pure ciascuno di noi è collegato al Campo Morfico della propria famiglia d’origine, del proprio territorio, della propria identità nazionale, della specie umana e del pianeta.
Rupert Shaldrake, padre di questa teoria, ha ipotizzato l’esistenza di un campo di ricordi, ricco di informazioni mnemonico/storiche, frutto di eventi vissuti, di credenze, di scelte di vita dei nostri antenati. Informazioni che possono aver condizionato, o continuano a condizionare, la nostra stessa esistenza: ogni volte che entriamo in relazione con altre persone, o che prendiamo decisioni, o compiamo delle scelte, le informazioni presenti nel nostro campo, come delle vere e proprie istruzioni comportamentali ereditate, condizionano il nostro agire. Shaldrake avanzò l’ipotesi che i Campi Morfogenetici non siano effettivamente memorizzati nel cervello, quanto piuttosto in un campo di informazioni a cui è possibile accedere.
Ed è così che durante una Costellazione Familiare, la persona su cui si lavora, mettendosi al centro dell’attenzione dei presenti, apre, e mette a disposizione delle persone che agiscono la Costellazione, il suo campo morfogenetico. In questo modo i rappresentanti, pur agendo spontaneamente, sono mossi dalle informazioni presenti nel campo e da cui, attraverso la dimensione percettiva, attingono le istruzioni che danno poi forma a quella rappresentazione che chiamiamo Costellazione Familiare. E proprio perché, come sostiene Shaldrake, siamo tutti collegati attraverso questi campi che vanno al di là del tempo e dello spazio, ogni gesto che noi facciamo, ogni frase che pronunciamo non solo trasformano noi, le informazioni e i credo che hanno condizionato la nostra vita, ma possono portare sollievo anche ad altri membri della famiglia. Se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, e la risonanza morfica, come una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie. Cambiamo noi e cambia la realtà intorno a noi.