CONTINUO AD APPOGGIARMI O CAMMINO CON LE MIE GAMBE?

Il più delle volte si arriva a decidere di fare un lavoro su di sé quando ci si ritrova a vivere un momento di crisi, quando, intrappolati in un tunnel di difficoltà, dolori, dubbi, si cerca una via d’uscita, una soluzione ai problemi. Ma anche un sostegno e a volte un supporto, una spalla a cui appoggiarsi per non affondare. Quando il percorso si fa incerto e faticoso, allora si cerca qualcuno o qualcosa che sia la nostra ancora di salvezza. I momenti di crisi possono rappresentare delle preziose opportunità per fare quel passo e decidere di guardarci dentro. Quel passo che ci permette di scoprire che cosa ci trattiene dal realizzarci, dall’essere felici, dal cambiare ciò che non fa più per noi.

Intraprendere un percorso di Costellazioni Familiari o Aziendali significa decidere di mettersi in gioco e trasformare la propria vita e la propria attività lavorativa. Significa prendere per mano se stessi e scendere nelle proprie profondità, per guardare in faccia le ferite, i traumi, tutte quelle forme di lealtà e di condizionamento che ci legano al nostro passato e che non ci permettono di crescere, di evolvere, di avere successo. Significa affrontare quei blocchi che fanno sì che le stesse situazioni, ci si ripresentino ancora e ancora, costringendoci in un labirinto di cui non vediamo l’uscita. Nello specifico, quando si parla di Aziende, un lavoro di questo tipo richiede la determinazione nell’andare ad esplorare tutte quelle dinamiche che ostacolano il raggiungimento  degli obiettivi programmati, che condizionano le relazioni aziendali, e  che incidono sul fatturato e sulla crescita. Un’azienda che funziona e che ha successo è un’azienda dove gli equilibri sono stati ristabiliti, le conflittualità sanate e le risorse valorizzate.

E così, come dicevamo, nella maggior parte dei casi sono i momenti di crisi a spingerci a decidere di intraprendere un percorso di crescita personale.  Ma perché scegliere di fare un lavoro su di sé solo quando si è in difficoltà? Esiste un altro momento ancora più straordinario che rappresenta sicuramente una delle occasioni perfette per iniziare un viaggio di questo tipo. Ed è quando, anche se apparentemente soddisfatti di noi stessi, delle nostre relazioni, del nostro lavoro, di ciò che siamo riusciti a costruire, anche se tranquilli di ciò che abbiamo, sappiamo che tutto questo non ci basta più. Sentiamo che c’è una parte di noi che anela e aspira a molto altro, che vuole prendere il volo e realizzare pienamente tutte le parti di sé. E allora scegliamo di partire per quel viaggio dentro di noi che, sì è vero, ci rimetterà totalmente in discussione, ma ci permetterà anche di riscoprire tutti i tesori nascosti dentro di noi.

Quando si decide di iniziare un lavoro su di sé di questo tipo, è importante tenere in considerazione che si sta scegliendo non di prendere la pillola che farà sparire il sintomo, quanto piuttosto lo strumento che ci permetterà di portare alla luce l’origine e la causa di tutto ciò che non ci rende felici e realizzati.  E quello che accade è che non ci viene offerta una spalla su cui piangere o quantomeno a cui appoggiarci, ma ci viene messa in mano una vanga che ci permetterà di scavare a fondo e portare in superficie ciò che non sapevamo fosse sepolto dentro di noi. Il lavoro è e sarà solo il nostro.  Certo, avremo qualcuno che ci affiancherà e che ci supporterà facendoci da specchio, ma la fatica sarà la nostra, come pure i successi saranno tutti nostri!

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