CHI SONO?

Ci sono momenti in cui è necessario tirare il freno a mano, rallentare un attimo, o forse, meglio ancora fermarsi per fare il punto della situazione. Per chiedersi se, quello che stiamo vivendo, è esattamente quello che volevamo per noi, se i sogni che avevamo quando eravamo bambini, sono finiti inesorabilmente in un cassetto, catalogati sotto la voce: “fantasticherie di chi non sa ancora cosa significa essere adulti”, o se piuttosto stiamo dando una chance a quegli stessi sogni, se stiamo credendo fermamente in noi stessi e nella possibilità di creare la vita che tanto abbiamo desiderato.

Prima o poi arriva un momento in cui è fondamentale chiederci se siamo ancora capaci di riconoscere i nostri bisogni e dare loro il credito e il valore che meritano, o se non siamo forse diventati dipendenti da doveri che crediamo di avere nei confronti degli altri, da sensi di colpa, dall’immagine di noi stessi che ci siamo costruiti e che stiamo restituendo al mondo intero. Dipendenti dalla paura di deludere, da consuetudini o routine che oramai sono più importanti di noi…

Occorre solo saperlo riconoscere quel momento e avere il coraggio di ascoltare quella voce dentro di noi che sa chi siamo veramente, che ancora sa cosa significa desiderare,  cosa significa il fuoco di una passione, che vuole mordere la vita e afferrare quei sogni.

Che desidera liberarsi di tutti quei pesi e di tutte quelle zavorre che le impediscono di spiccare il volo.

Perché ci sono pesi che sono zavorre. Ci sono pesi che sono ostacoli lungo un sentiero. O forbici che tagliano le ali. Altri che prendono il nome di destini già decisi. O doveri a cui è impossibile sottrarsi, che gravano e schiacciano come macigni. Ci sono pesi che sembrano sbarre di una gabbia.

Altre volte somigliano di più agli ormeggi di una barca: sembrano darti l’illusione di un approdo sicuro. Ma basta uno sguardo più attento ed ecco che finiscono per prendere la forma di una catena saldata allo scafo che non ti permette di prendere il largo. Pesi che si chiamano lealtà familiari, che si chiamano aspettative, obblighi, maschere. Pesi che sono giudizi.

Ma per decollare e ritrovare noi stessi, abbiamo bisogno di spogliarci e lasciare a terra tutto ciò che ci trattiene.  E per poterlo fare abbiamo bisogno di guardarci dentro, di intraprendere un percorso di autoriconoscimento, di dare il via ad un lavoro su noi stessi che ci permetta di lasciar andare tutto ciò che ci appesantisce. Perché… non possiamo volare alto portandoci dietro la zavorra.

E la vita, vista dall’alto, è tutta un’altra cosa!

Cosa potresti fare per trasformare l’immagine che ti sei creato di te stesso e per diventare ciò che sei realmente? Per permettere alla tua vita di decollare davvero? Cosa ancora ti trattiene dal divenire ciò che sei?

Puoi condividere con noi il tuo pensiero, qui nei commenti.

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