UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEGLI ARCHETIPI UNIVERSALI PER RITROVARE NOI STESSI

Iniziamo il nostro viaggio per comprendere meglio quelle strutture psichiche inconsce che condizionano i nostri comportamenti, le nostre scelte e non ultime, le nostre reazioni a ciò che accade attorno a noi.

Per fare ciò, partiamo da quello che all’inizio del secolo scorso Carl Gustav Jung scrive in merito a quel “contenitore” psichico universale che egli definisce Inconscio Collettivo: “L’inconscio collettivo è un patrimonio ereditario di possibilità rappresentative non individuali ma comuni a tutti gli uomini e forse a tutti gli animali, e costituisce la vera e propria base della psiche individuale”. Ancora egli scrive: “Con questo termine (inconscio collettivo) intendo un funzionamento della psiche inconscia, comune a tutti gli uomini”.

Già Freud parla di inconscio, ma per il maestro di Jung, l’inconscio è di natura esclusivamente individuale; è quel rimosso infantile che ci condiziona nelle scelte, nella nostra vita emozionale e conseguentemente relazionale.

Jung va oltre, teorizzando e descrivendo un incontro fra un processo psichico individuale ed un processo psichico collettivo dell’umanità: l’Inconscio Collettivo è proprio il risultato di questo incontro. E’ una permanenza, una presenza di inconscio storico, dell’umanità che, insieme a tutta una serie di immagini, di ripetizioni di situazioni storiche, influenza il nostro agire. E’ una poderosa massa ereditaria spirituale dello sviluppo dell’umanità, che rinasce in ogni struttura cerebrale individuale. Struttura composta da forme pure universali, ereditarie, collettive ed uguali per tutti. Ciò che varia sarà il modo assolutamente soggettivo di ciascuno di noi di interagire, appunto, con esse. Questi Archetipi, queste forme pure, queste categorie a priori, secondo Jung sono “modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana”: sono “simboli” di concetti, istinti primordiali, modelli profondi radicati nella psiche. Il termine “Archetipo” infatti deriva da: arché (“originale”), típos (“modello”, “marchio”, “esemplare”). Dunque sono delle immagini primordiali, sono delle vere forze motrici emozionali, spirituali, sono delle presenze identiche in ognuno di noi, che non vanno confuse con i simboli, anzi sono l’essenza che dà vita al simbolo e la potenza che permette a quel simbolo di esistere nel tempo. Essi esistono, quindi, secondo Jung, prima dell’esperienza stessa.

Gli Archetipi si manifestano in ogni cultura, in ogni civiltà e sono rintracciabili nei miti, nelle leggende, nelle religioni, nelle narrazioni collettive che ogni civiltà stessa, appunto, produce. Ma prescindono ed oltrepassano le epoche storiche e i luoghi geografici: superano le categorie dello spazio e del tempo. E così Jung, studiando miti  e leggende di varie culture, lavorando per decenni sulla sua vita psichica e trattando migliaia di pazienti, individua negli archetipi delle presenze fondamentali per determinare il nostro sviluppo psicologico, la nostra crescita.

Occorre aggiungere che non è possibile entrare in contatto diretto con l’Archetipo, ma se ne possono percepire gli effetti, come immagini simboliche, sia rivolgendo l’attenzione all’interno, in ogni genere di manifestazione psichica (sogni, sintomi nevrotici, visioni, fantasie, prodotti della libera immaginazione), sia dirigendoci verso l’esterno e guardando ai miti, all’arte alla letteratura, alle religioni…

Sono i più basilari e fondamentali motori della nostra vita, e nella misura in cui riusciamo a comprenderne gli effetti in noi, attraverso, ad esempio, la lettura dei significati più profondi dei sogni, o del materiale psichico inconscio e simbolico che emerge durante il lavoro con le Costellazioni, essi ci aiutano nel nostro processo di costruzione di una coscienza individuale.

Quindi se è vero che gli Archetipi si manifestano nell’Inconscio Collettivo attraverso quelle risposte automatiche e ancestrali che l’uomo continua a riproporre, è altrettanto vero che  l’uomo stesso ha anche il desiderio e la spinta ad essere libero, ad affrancarsi dalla coazione a ripetere, conquistando una propria coscienza individuale. Coscienza che ognuno di noi può raggiungere nella misura in cui è in grado di integrare gli Archetipi con la coscienza stessa.

Approfondiremo nei prossimi articoli i principali archetipi Junghiani (la Persona, l’Ombra, l’Animus e l’Anima, il Sé) e parleremo dei 12 archetipi (Innocente, Orfano, Guerriero, Angelo Custode e così via) di cui  parla nei suoi studi Carol Pearson per comprendere in maniera più specifica la portata psichica di questi “principi primitivi”, che vanno al di là delle culture e dei simboli e che partecipano nel processo di individuazione della coscienza.

SHARE IT:

Leave a Reply

You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>