L’ARCHETIPO DELL’ANGELO CUSTODE

QUANDO LA TENEREZZA, LA CURA , LA GENEROSITÀ DIVENTANO UN VALORE:

l’Archetipo dell’Angelo Custode

Lungo il Viaggio che, da Eroi, intraprendiamo per scoprire noi stessi, per comprendere ed esprimere chi siamo, la dedizione, la cura, la tenerezza, la generosità, l’ascolto diventano un valore. Se la forza e la determinazione del Guerriero (puoi trovare un approfondimento di questo Archetipo nel nostro blog a questo link) ci servono per difendere i nostri confini, combattere le nostre battaglie e raggiungere i nostri obiettivi, attingere all’energia dell’Angelo Custode ci permette di prenderci cura di noi stessi  e dei nostri bisogni, ma anche degli altri e delle loro necessità. E’ la nostra capacità di auto-accudirci mentre ci prendiamo cura degli altri.

Con l’Archetipo dell’Angelo Custode si chiude la prima parte, quella della preparazione al  Viaggio, quel viaggio che C. S. Pearson definisce Viaggio dell’Eroe. L’Archetipo è una dimensione interiore, una potenzialità psicologica che determina i nostri comportamenti (ti rimandiamo a questo articolo per maggiori chiarimenti), e quello dell’Angelo Custode è l’ultimo, e il più alto, dei quattro Archetipi che sono associati allo sviluppo dell’Io. L’Innocente, L’Orfano, il Guerriero e l’Angelo Custode ci aiutano tutti a trovare la nostra identità, ma quest’ultimo è quello che ci traghetta dagli interessi dell’Io a quelli dello Spirito, quello che ci permette di dare un senso e un valore alla nostra vita.

Come una madre amorevole, compassionevole, nutriente, come Madre Interiore di noi stessi, quando ci connettiamo all’Angelo Custode, siamo capaci di riconoscere il bambino che alberga dentro di noi, impariamo a prenderci cura di lui, ad ascoltare i suoi bisogni, a sostenerlo ed educarlo, a manifestargli affetto incondizionato, qualunque cosa egli faccia. Insieme al Guerriero creiamo uno spazio protetto, un clima rassicurante, dove i confini sono chiari e dentro quei confini definiti e inviolabili, in primis noi, e in secondo luogo anche le persone che amiamo possono sentirsi accolte con il cuore, stimate, comprese, e stimolate a sviluppare le proprie abilità, nel rispetto della loro individualità ed unicità.

Quando ci assumiamo la totale responsabilità di una situazione in cui è richiesto apprendimento e cura, chiediamo al nostro Archetipo di attivarsi e di supportarci per far sì che le persone o le situazioni che ci sono state affidate, possano essere accudite al meglio, sostenute nel loro processo di crescita e di sviluppo. E’ attraverso l’Angelo Custode che diventiamo genitori di noi stessi e di chi è sotto la nostra responsabilità, che sia un figlio, un allievo, un paziente, un cliente, un progetto, un’azienda… E’ un archetipo dell’età adulta, ma occorre essere adulti nel vero senso della parola per esprime tutte le qualità positive dell’Angelo Custode. Siamo davvero capaci, quindi, di dare in maniera disinteressata? Quanto chiediamo in cambio, quando facciamo qualcosa per gli altri? Di quante aspettative di riconoscenza e gratitudine carichiamo le azioni che compiamo per gli altri? O quante volte siamo davvero capaci di porre dei giusti limiti al nostro dare, piuttosto che finire per sopportare l’insopportabile, o per rinfacciare ciò che abbiamo “donato”? Perché il rischio dell’Archetipo dell’Angelo Custode è di trasformarsi nel Martire sofferente che ha imparato a dare ma non a ricevere, perché il suo Guerriero non sa dire di no, o perché è più “degno di onore” chi dà senza avere nulla in cambio. O finisce per essere il Soffocatore che nel dare crea un legame di dipendenza; i sensi di colpa, le manipolazioni diventano così lo strumento per alimentare all’infinito una condizione in cui l’altro viene “fagocitato” per riempire quel vuoto di solitudine e di mancanza. Ogni qualvolta trasformiamo la nostra capacità adulta di sacrificio nella modalità distorta del martirio, vivendo per gli altri, anche a costo del nostro spegnimento vitale, o non riconosciamo come legittimi i desideri di indipendenza, di sviluppo, di autorealizzazione dell’altro a cui “offriamo” la nostra generosità, finiamo per attivare il lato Ombra dell’Angelo Custode. Un Archetipo che, al contrario, nel suo aspetto più luminoso sa esattamente chi è e che e cosa vuole per sé.  E dà: a sé, agli altri, alla collettività, perché la sua compassione è ancora più grande del suo interesse personale. Perché non ha bisogno di ricevere qualcosa in cambio e il suo valore non è in funzione della misura in cui dà. Anzi quell’agire e il suo sacrificarsi è l’espressione più alta proprio di quel valore:

Sono qua, pronto a sorreggerti quando cadi, a pulire le tue ferite, ad asciugare le tue lacrime ed ascoltare le tue pene. Sono qua, ogni volta che senti il bisogno di una parola di conforto, ogni qualvolta desideri uno spazio pieno di calore, di amorevolezza, di tenerezza, di protezione. Eccomi. Sono pronto ad accoglierti  e a sentire quello che hai da dire, non perché so che hai bisogno di risposte, quelle le trovi dentro di te, ma perché hai bisogno di essere semplicemente ascoltato. Hai bisogno di un cuore disponibile, di una mente priva di giudizio, di braccia aperte. Sento i tuoi dolori e vivo con te le tue gioie. Non posso garantirti una vita priva di fallimenti, di cadute, di sofferenze, ma posso assicurarti che sarò lì, accanto a te, ti sosterrò e ti guiderò affinché tu possa imparare dai tuoi errori e da ogni tua esperienza. Saprò essere fermo e determinato quando sarà necessario che lo sia, perché tu apprenda gli insegnamenti che la Vita ti pone lungo il cammino, tanto quanto saprò essere dolce e compassionevole, perché quando il Viaggio si fa difficile, anche la tenerezza diventa fondamentale. Conosco le tue cicatrici, le tue debolezze, i tuoi attaccamenti, so cosa ti fa paura, cosa ti fa desistere e amo tutto questo di te, esattamente come amo i tuoi talenti, la tua forza, la determinazione e il coraggio, la tua bellezza. Amo le tue imperfezioni perché sei perfetto così. Accolgo tutto ciò che sei ma non ti giustifico; sappi che ti dirò sì, quando è opportuno che sia sì. Ma aspettati anche un no, quando quello scomodo no sarà la risposta giusta, quella che avrai bisogno di sentirti dire per crescere, per sperimentare la tua autonomia, per trovare in te la forza di rialzarti, per ritrovare la tua strada.

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