PRONTI? SI SALE IN GIOSTRA!

L’Archetipo dell’Orfano

Cosa intendiamo quando parliamo di Archetipo dell’Orfano? Ecco, se cerchiamo un esempio tipico e in qualche modo inevitabile di Orfano, beh, questo è l’adolescente. Chi di voi non ha ricordi di questa fase della vita come di un periodo pieno di contraddizioni e di “sconvolgimenti”? Questo Archetipo rappresenta bene la dinamica adolescenziale ambivalente che tutti noi abbiamo in qualche modo sperimentato: le risposte degli adulti non sono più sufficienti o gradite, ma ancora non si hanno le risposte adeguate. Tra bisogno di autonomia ma anche di indipendenza, tra gli stammi lontano e gli stammi vicino perché ho bisogno di sicurezza mentre mi incammino alla ricerca della mia strada, abbiamo avuto bisogno di nuove norme e nuove forme, nuovi modelli di riferimento, nuovi principi e nuovi valori.

Nella metafora del Viaggio dell’Eroe, di cui parla Carol S. Pearson, di quel Viaggio alla ricerca di sé e della propria Anima, quando ci riferiamo all’Orfano non intendiamo una condizione di perdita reale dei genitori ma stiamo parlando di un Archetipo, ovvero di una dimensione interiore, di una potenzialità psicologica.

Ma cerchiamo di capire meglio. Non c’è periodo della vita di una persona più ricco di contraddizioni di quello dell’adolescenza; l’altalena di emozioni che attraversa un ragazzo in questa fase della sua crescita lo porta a sperimentare picchi che toccano opposti sentimenti dentro di lui: entusiasmo, grinta, voglia di mordere la vita, di conquistare “le vette più alte”, di sovvertire le regole dei grandi per scrivere la propria visione del mondo (una visione unica e indiscutibile); e poi, un attimo dopo: scoraggiamento, senso di inutilità, paura delle sfide, ansia al solo pensiero di dover lasciar, in un futuro che è sempre più prossimo, il porto sicuro della propria casa, l’abbraccio confortante e rassicurante dei propri genitori. E’ il momento di mettere in discussione tutto: tutto ciò che ha imparato, tutto ciò che gli è stato mostrato come La Verità, e che spesso gli è stato imposto. Tutto è discutibile! Nessuna di quelle certezze, che durante l’infanzia lo avevano tenuto al sicuro (o così almeno aveva creduto), sono più delle certezze! Anzi è arrivato il momento di ribaltare le convenzioni, distruggere i dogmi familiari, sociali, religiosi alla ricerca delle proprie verità e dei propri valori. Verità che saranno a lungo mutevoli come giornate di primavera… un giorno è vera una cosa e lo è in modo indiscutibile ed insindacabile, ma domani? Domani la tesi contraria sarà sostenuta e difesa a spada tratta con la medesima forza di ieri. Inoltre i cambiamenti fisici, gli ormoni impazziti che “prendono il controllo” del corpo, della mente e delle emozioni, contribuiscono a questa giostra che è l’adolescenza.

Ma è proprio il passare in quell’oceano di contraddizioni che permetterà all’adulto di domani di avere la forza delle proprie opinioni, la fiducia nelle proprie emozioni e nel proprio sentire, la lungimiranza delle proprie visioni. Solo se avrà avuto la possibilità di sognare, di distruggere i propri stessi sogni e di immaginarne di nuovi, l’adolescente di oggi diventerà il Cercatore e il Creatore di domani (Archetipi di cui parleremo nei prossimi articoli), ovvero un uomo o una donna capaci di mettersi in Viaggio alla ricerca della propria strada, del proprio scopo nella vita, certi del proprio posto nel mondo, entusiasti e desiderosi  di costruire il proprio Regno, di  realizzare il proprio Sogno. I sogni non sono fatti per restare chiusi in un cassetto! Quelli si chiamano rimpianti.

Gli amici, in questo periodo, diventano un preziosissimo specchio attraverso cui osservarsi meglio, comprendersi un po’ di più, confrontarsi, confrontare le proprie emozioni, le proprie esperienze. Uno specchio attraverso cui costruire pian piano l’immagine di sé, la propria identità. E’ con l’amico o l’amica che un ragazzo/a impara, un passo alla volta, cosa vuol dire intimità e condivisione in un rapporto. Non sono più gli occhi dei genitori a rimandargli l’immagine di chi è, di cosa gli piace, di cosa è giusto o sbagliato per lui, ma gli occhi dell’amico/a. Non è più la madre o il padre il confidente privilegiato di segreti, sogni, paure, speranze… Anzi è questo il momento in cui i genitori vengono detronizzati, perdono per sempre quell’aura di esseri divini e perfetti a cui l’Innocente (Archetipo di cui abbiamo parlato in un altro articolo) accordava fiducia totale. E proprio il riconoscere la loro fallibilità, la loro natura di esseri umani, e non di divinità incarnate, lo sperimentare quella sensazione di tradimento delle illusioni infantili, favorisce il processo di ricerca della propria verità, della propria identità, anche sessuale, e permette all’adolescente di iniziare a sperimentare quella forza, quel coraggio e quella determinazione nel cercare e trovare la propria strada, la propria autonomia, il proprio posto nel mondo, la propria Orfanità, ovvero l’Attivazione dell’Archetipo dell’Orfano nel proprio lato luminoso.

Laddove ciò non accade, laddove i genitori non solo non favoriscono, ma anzi ostacolano questo processo di graduale distacco, minando la fiducia e la maturazione graduale dell’autostima, inibendo o non riconoscendo affatto il naturale bisogno di fare esperienze  (attraverso cui crescere e maturare), di vivere i rapporti di amicizia, di mettere in discussione le verità familiari, sociali, culturali, religiose, di scoprire la propria sessualità per costruire la propria identità,  il risultato sarà un Orfano/adolescente deluso, apatico, in fuga, che cercherà costantemente un idolo, un guru, che gli dia risposte, che scelga al posto suo, che gli indichi la via. Si sottrarrà ad ogni tipo di responsabilità, vivrà le ferite dell’infanzia come alibi per continuare a non agire, a non trovare la propria strada. Vivrà il “tradimento” della propria famiglia, come misura del proprio disvalore e come scusa per non mettersi in gioco nella vita. Sceglierà la fuga o l’apatia. “Se nemmeno loro pensano che io valga, che io sia capace… come posso pensare di riuscire in qualcosa? Come posso sperare di realizzare qualcosa nella mia vita? Come possono gli altri amarmi, accettarmi per quello che sono, riconoscere il mio valore, e io stesso riconoscere tutto questo in me?

L’Archetipo dell’Orfano non si attiva solamente durante l’adolescenza:  quando ci troviamo di fronte ad una crisi, ad un lutto, al bisogno o alla necessità di un cambiamento, manifestiamo l’energia di questo Archetipo nel suo lato luce se scegliamo di  rimboccarci  le maniche e cerchiamo un nuovo assetto nella vita, nuove strade.  Se, invece di restare vittima delle nostre ferite e passivi nella speranza che qualcuno ci salvi (manifestazione dell’Archetipo nel suo lato ombra), come adulti responsabili (e non certo come “bambini” inermi) diveniamo ben consapevoli che dobbiamo contare su noi stessi, capaci comunque di chiedere aiuto, senza per questo diventare dipendenti o delegare a qualcun altro. Capaci di cercare risorse intorno a noi. E’ così che è possibile sviluppare un’autonomia di pensiero e di azione che consentono  una crescita ed un’evoluzione umana e spirituale. Ognuno di noi, attraverso un lavoro profondo e costante a comprendere le proprie ferite, e grazie al supporto di un professionista capace di accompagnarlo in questo percorso di consapevolezza, può arrivare ad accettare e vivere la propria “Orfanità” nella sua manifestazione più luminosa.

SHARE IT:

Leave a Reply

You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>